Otiti, infezioni respiratorie e micosi: sono molti i timori delle mamme, ma un’attività fisica moderata e regolare rafforza il sistema immunitario
A cura di Gabriella Pugliesi
“Non sudare che ti raffreddi!”, “Non camminare scalzo!”, “Non tuffarti in piscina che fa freddo!”. Sono queste le raccomandazioni più frequenti che sentiamo pronunciare da mamme, papà e nonni quando i figli o i nipoti si accingono a intraprendere uno sport.
La paura più grande? Quella di doverli curare per fastidiose otiti, tonsilliti, faringiti, infezioni respiratorie e micosi. Questi frequenti disturbi - causa la scarsa informazione - finiscono infatti sul banco degli imputati, poiché erroneamente associati allo sport. L’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), ha cercato di fare chiarezza su alcuni falsi miti che ruotano attorno all’attività fisica, evidenziando come l’allenamento moderato, svolto in modo regolare e senza sottoporre il fisico a particolari situazioni di stress, contribuisca a potenziare la capacità di contrastare le infezioni ancora prima che possano insorgere.
Il freddo non è di per sé causa di malattie respiratorie, provocate, invece, da un abbigliamento non idoneo o da bruschi innalzamenti/abbassamenti di temperatura. Camminare scalzi non provoca funghi e verruche, causati da scorrette regole igieniche, come ad esempio non asciugarsi bene o utilizzare accappatoi e asciugamani realizzati con tessuti sintetici. E il nuoto? Non induce l’otite, molto frequente nei piccoli perché la tuba di Eustachio è più stretta e corta e quindi virus e batteri presenti nella gola o nel naso raggiungono più facilmente l’orecchio medio. L’attività fisica si rivela, invece, fondamentale per rafforzare le difese immunitarie poiché aumenta la produzione di linfociti T, le cellule “buone” in prima linea nella lotta a virus ed infezioni. Dal punto di vista fisiopatologico, la pratica di un’attività fisica regolare in età pediatrica rappresenta un’importante forma di prevenzione delle malattie respiratorie e cardiovascolari, nonché dell’obesità e delle malattie metaboliche, in aumento nei bambini e nei ragazzi tra i 5 e i 15 anni.
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Sport: a che età?
È la domanda che i pediatri si sentono rivolgere più spesso. Di sicuro il nuoto è il primo sport che si può iniziare a praticare già dai 3 anni. Ginnastica, sci e atletica si possono iniziare a 5 anni, mentre per calcio, rugby e arti marziali si consiglia di aspettare l’inizio delle elementari. A 7 anni si possono provare basket, pallavolo, scherma e tennis. L’attività agonistica segue un altro calendario: per nuoto, ginnastica e tennis inizia a 8 anni; a 10 per scherma e pallavolo mentre tra gli 11-12 anni per tutte le altre attività.
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