Tutti gli errori d’arredo imperdonabili nella tua farmacia
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A cura di
Dr.ssa Silvia Cassinelli
Scopri come la giusta esposizione e un layout ben studiato possono aiutarti ad aumentare le vendite in farmacia.
Il mondo retail ha sempre dato molta importanza all’esposizione. Librerie, store di abbigliamento, supermercati, profumerie, catene di arredo casa, ma anche negozi di ferramenta studiano in maniera scientifica e quasi maniacale la disposizione dei prodotti, i punti promozionali, il percorso dei clienti.
L’idea è che tutto lo spazio debba parlare al cliente, rispondere alle sue esigenze, soddisfare i suoi bisogni, spesso senza che sia necessaria la vendita assistita. L’esposizione è a tutti gli effetti una vendita muta, strutturata nel miglior modo per essere leggibile da chiunque entri nel punto vendita.
E in farmacia?
Il mondo della farmacia è molto variegato e si percepisce ancora una certa fatica nel comprendere fino in fondo la potenza di una buona esposizione e di un layout perfettamente studiato. Come nella professione, anche nell’ambiente in cui essa viene esercitata è importante progredire. Troppo spesso nelle farmacie si vedono percorsi verso il banco simili a sentieri tibetani, ingombrati da espositori da terra o, peggio, tavolini o supporti fai da te poco stabili, colmi di prodotti (magari con un bel tulle rose a coprire l’orrore della struttura).
L’importanza degli scaffali in farmacia
E gli scaffali? A volte molto belli, a dimostrazione del fatto che almeno lo studio di architettura si è dedicato a trovare mobili esteticamente piacevoli. Peccato che spesso non siano per nulla funzionali all’esposizione, non permettendo flessibilità nello spostamento dei ripiani ed essendo privi della profondità sufficiente per contenere, ad esempio, la scatola di un aerosol. La principale funzione degli scaffali è quella di far emergere l’assortimento della farmacia: sono i prodotti a dover essere visti, e non il ripiano in legno massello.
Organizzare i prodotti
I prodotti, inoltre, andrebbero divisi in categorie omogenee, e le categorie strutturate in sequenze precise. Molte farmacie, invece, utilizzano gli scaffali come fossero una prosecuzione del magazzino, con la merce posizionata senza un criterio di lettura (no, l’ordine alfabetico per il cliente non è un criterio di lettura!). Le chicche di solito si trovano in zona dermocosmesi (a proposito, vi siete mai chiesti qual è il punto migliore per sistemare la dermocosmesi?), dove le linee sono spesso incomplete in un eccessivo tentativo di “avere tutto”, o peggio ancora, trincerate dietro vetrine chiuse con il lucchetto.
L’esposizione dei prezzi
Per fortuna, a libera presa del cliente si lasciano ortopedia e montagne di calze che occupano metri lineari preziosi. Peccato che il loro peso sul fatturato della farmacia sia di circa lo 0,20% e lo 0,11% rispettivamente. Persino i prezzi esposti restano una chimera, nonostante siano obbligatori per legge. Anche qui: no, il prezzo promo urlato da un foglio giallo fosforescente tagliato a stella a 18 punte o inserito in una simpatica una nuvoletta rosa shocking non vuol dire avere i prezzi esposti.
Comunicare fuori e dentro la farmacia
Insomma, comunicare in farmacia non è un mestiere facile. Ogni dettaglio va studiato e realizzato nel migliore dei modi: crowner di scaffale, reglette, promostop dovrebbero essere termini e strumenti familiari, ma evidentemente, vista la loro assenza, sono ancora degli sconosciuti. La comunicazione, poi, non è solo un argomento da interno. Inizia dall’esterno. A cominciare dalle vetrine, che sono specchio di quello che il cliente troverà dentro, e dall’insegna, che dovrebbe cominciare a differenziare una farmacia dall’altra. Se riporta solo la parola “Farmacia” come farà a emergere tra le altre 19.000?
I nostri esperti Club Salute possono aiutarti a studiare il layout, l’esposizione, il tipo di assortimento e tutta la comunicazione della tua farmacia.
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