A cura di Simone Castelli, AD Club Salute
L'evoluzione economica e sociale della farmacia italiana, con le leggi di abbassamento del quorum durante il governo Monti (+3.000 farmacie, stessa popolazione) e successivamente la legge del 2017 che ha consentito l'entrata del capitale privato nella proprietà delle farmacie del governo Renzi, ha creato i presupposti per l'attuale mercato.
Il mercato che oggi noi farmacisti stiamo vivendo è la manifestazione di un’azione economica sulla nostra professione: crescendo il numero delle farmacie, diminuendo il quorum e aumentando le pressioni competitive (parafarmacie, vendite digitali, vendita dpc, prodotti equivalenti e quant'altro), l'entrata di forti capitali che oggi stanno facendo colletta di farmacie, ben presto rappresenteranno sul mercato nazionale delle insegne organizzate, con un marchio comune, con una comunicazione anche televisiva strutturata e con un'identificazione unica, capace di essere fortemente riconoscibile dal consumatore.
Aumento del numero di farmacie, più ore e più giorni di apertura, maggiore competitività dei prezzi.
Noi singoli farmacisti per formazione e per tradizione non saremo capaci di resistere a lungo a uno stress competitivo perpetuato per diversi anni, ci indeboliremo finanziariamente, non saremo capaci di trattenere i talenti professionali (i nostri collaboratori) per portare avanti la farmacia come siamo abituati a farlo ora. Nel nostro “beato isolamento” non percepiamo i problemi generali, ma solo quelli del bacino dove lavoriamo.
Mi metto a dieta ma comincio lunedì, smetto di fumare ma dalla prossima settimana…
Il tempo passa e io non ho neppure iniziato a incamminarmi nella direzione della competitività.
Non sono in grado di pianificare operazioni di marketing, relazionarmi con tutti gli stakeholder del mio territorio, non sono in grado di gestire la formazione dei miei collaboratori, non sono in grado di occuparmi di tantissime cose complesse, come l’aspetto digitale.
Noi farmacisti titolari, che ammettiamo di non poter andare avanti da soli, dobbiamo fare una scelta che non è più affiliarsi o non affiliarsi, ma con chi e a quale gruppo legarsi.
Quello che sto descrivendo non è nient'altro che quanto è successo banalmente ai negozi di vicinato con il progressivo avvento della distribuzione organizzata. Con i dovuti distinguo, le dinamiche economiche sottostanti sono più che simili.
Conosciamo marchi quali Esselunga, Iperal, Conad, Crai, Coop: di queste insegne, due non sono catene di proprietà. Tra queste, Conad che è il primo gruppo italiano per fatturato. Quindi parliamo di imprenditori, imprenditori padri che avevano figli, non in grado di proseguire da soli in questo contesto mutato, e che quindi hanno deciso di aderire a un’insegna sopravvivendo alla competizione, che ha fatto scomparire chi non ha fatto questa scelta.
Ogni volta che si vuole fare qualcosa, si deve farla con determinazione. Ogni volta che un imprenditore prende una decisione, la deve perseguire. Ogni volta che un imprenditore osserva un cambiamento da tenere in considerazione, deve agire. Non agendo, l'imprenditore fa sì che la sua azienda arretri e sia meno profittevole, non riuscendo a far fronte ai propri impegni economici. In questo modo, la sua azienda diventa meno attrattiva per i talenti e meno attrattiva per i clienti, in modo progressivo e di difficile reversibilità.
Scegliere con chi affrontare i prossimi anni, quale insegna mettere fuori dalla tua farmacia, insieme al nome della tua farmacia, con quali valori vuoi identificarti e a chi dare fiducia, perché questa è la strada: unirti ad altri colleghi per essere, insieme, più forti e vincenti.
Io come farmacista ho voluto fortemente il progetto Club Salute, e in questa mia personale volontà ho trovato tanti colleghi con cui ho condiviso le difficoltà, i problemi e le potenziali soluzioni, per poi arrivare effettivamente a fondare il network dopo oltre 30 anni di lavoro insieme nella precedente cooperativa. Tutti possono tenersi stretta la titolarità della propria farmacia ma contando al tempo stesso su una società capace, dinamica, ben strutturata e dotata di persone con valori morali e professionali importanti.
Alternative ce ne sono:
Tra tutte queste possibilità, rimane come certezza quella della salute come missione del farmacista. Ci piacerebbe, un giorno, sederci su una panchina e, guardando l'orizzonte, pensare di aver fatto del bene alla nostra professione, di aver costruito un progetto serio, animato da sempre nuove energie e nuove persone, così che il percorso continui per anni e anni.
Contattaci e scopri la nostra storia: